1520 ottobre 9, Noventa Padovana
Domenico Grimani, vescovo di Santa Romana Chiesa <del titolo> di Porto, cardinale <del titolo presbiteriale> di San Marco e patriarca di Aquileia, malato, ma sano di mente, raccomandando la sua anima a Dio e alla vergine Maria, ottenuta la licenza da Leone X tanto in forma di breve che in «sub bulla plumbea», dispone la redazione del proprio testamento, chiamando nella sua casa sita in Noventa, distretto e diocesi di Padova, il notaio veneziano Bonifacio Soliano al quale corrisponderà la somma di venticinque ducati. Dispone anzitutto che il cadavere del suo corpo venga seppellito a Venezia nella chiesa del monastero di Sant’Antonio <di Castello>, nella cui cappella dovrà essere celebrata dai frati lì dimoranti una messa al giorno in perpetuo pro anima sua, ricevendo per tale incarico dai suoi commissari un annuo stipendio nella quantità da questi ultimi stabilita. Nomina esecutori testamentari il fratello Vincenzo Grimani ed insieme a lui Alvise Grimani del fu Bernardo, i quali, con il consiglio di Antonio Grimani suo genitore e procuratore di San Marco di Venezia, dovranno adempiere alle sue ultime volontà. Lascia i libri che possiede presso la Curia romana, tanto greci, quanto latini, ebrei, caldei, arabi, armeni ed altri ai suddetti frati di Sant’Antonio, con l’obbligo di conservarli nella biblioteca, che lui ha iniziato a far fabbricare nel monastero e non altrove e stabilendo che nessuno di questi libri venga compreso nel suddetto legato; ai frati inoltre è fatto obbligo di non portare tali libri fuori dalla biblioteca né in forma di comodato né in qualunque altra forma, pena la perdita di tutto il lascito, in cui comprende anche gli «instrumenta nostra astronomica» ora conservati dal nominato fratello Vincenzo in una cassa; nel caso in cui i frati non ottemperino a quanto sopra stabilito, allora tali libri dovranno pervenire ai frati osservanti di San Domenico in Venezia o di San Pietro Martire di Murano, a secondo di quanto decideranno i commissari, e con la condizione che, a giudizio e stima di periti, debbano essere restaurati a spese di quei frati che li hanno alienati; dell’inventario della biblioteca saranno fatti tre esemplari da consegnare, uno per ognuno, ai frati di Sant’Antonio, ai procuratori di San Marco di Venezia e ai suddetti commissari: il quale inventario alla presenza di tutti dovrà essere letto annualmente per verificare l’esatta corrispondenza del patrimonio librario. Lascia al monastero e ai frati di Sant’Antonio il piviale con fregi dorati e fibbia d’argento e due arazzi figurati di seta intessuti in oro e argento acquistate da Antonio Siciliano in cui vuole che siano poste le armi e le insegne della famiglia Grimani col pileo cardinalizio, che i frati dovranno usare nelle celebrazioni solenni a lode di Dio, della vergine Maria e di tutti i santi, a condizione e con l’obbligo di non concederli in comodato, né alienarli o permettere ad alcuno di portarli in altro luogo, pena la perdita di tutto, come sopra per i libri; detti frati avranno poi l’obbligo di celebrare ogni anno pro anima sua una messa cantata «de Assumptione beate virginis Marie» in occasione della festa di san Domenico. Nomina erede universale di tutti i suoi beni mobili ed immobili di seguito descritti il fratello Vincenzo Grimani, se sarà vivo, altrimenti i figli e gli eredi maschi e laici del predetto: la casa, il palazzo e la vigna siti in Roma a Monte Cavallo; il palazzo, la casa e i possedimenti posti in Spessa, territorio di Vicenza, che ammontano a seicento terreni circa «ad campos», per lui comprati ed acquisiti da Taddeo e fratelli; la casa e il palazzo posti nella predetta Noventa con circa dieci campi di frutta comprati da donna Gracimana, un mulino e all’incirca altri cinque campi simili posti sopra Ponte di Brenta; la casa sita nella città di Padova in Prato della Valle nonché tutti i suoi esistenti in altri luoghi; a fronte di ciò stabilisce che i denari e gli argenti di sua proprietà, nonché i denari provenienti dai crediti da riscuotere, tolte le spese per i legati contenuti sia nel presente testamento che nei codicilli e nelle altre eventuali ultime volontà, vengano utilizzati per l’acquisto di fondi e possedimenti in «agro Patavino aut Vicentino vel Tarvisino seu Mestrino», per un totale di mille campi di terreno; che tali beni acquistati e da acquistare non debbano essere venduti, obbligati o alienati né in parte né in «toto», ma rimanere legati in perpetuo al fidecommesso; che il padre Antonio Grimani sia vita natural durante l’usufruttuario e il proprietario di tutti i suoi beni che dopo la morte di quest’ultimo passeranno, come già detto, al fratello Vincenzo e successivamente di primogenito in primogenito maschio laico; e nel caso in cui il predetto Vincenzo non dovesse avere figli maschi laici e così nemmeno i suoi eredi diretti in linea maschile, allora tutto dovrà passare alla linea maschile del defunto Girolamo Grimani fratello del testatore. Stabilisce di lasciare al fratello Vincenzo il breviario in pergamena con miniature e di escludere dal novero dei lasciti i suoi libri rimasti a Ceneda e allo stesso modo «iocalia et medaleas» d’oro, d’argento e di altri metalli, nonché «certas antiquitates», quadri, cammei, corniole e pitture sia in carta che in tela. Infine per quanto concerne i figli del defunto fratello Girolamo Grimani, esclusi da questo testamento, rende noto di aver provveduto loro con benefici provenienti dai suoi introiti ecclesiatici.
Originale [A], Archivio di Stato di Venezia, Notarile, Testamenti, not. Bonifacio Soliano, b. 938, fasc. 293, cc. 1r-4v.
Altri esemplari:
Copia [B], Archivio di Stato di Venezia, Sant’Antonio di Castello, Canonici regolari, tomo X, fasc. 12, cc. 45r-49v.
Copia [B], Archivio di Stato di Venezia, Archivio privato Grimani, Santa Maria Formosa, b. 5, fasc. 173B, cc. 101r-110r.
Le sottoscrizioni sono autografe.
Trascrizione parziale: P. Dengel, Palast und Basilika San Marco in Rom. Aktenstucke zur Geschichte, Topographie, Bau- und Kunstgeschichte des Palazzo di San Marco, genannt Palazzo di Venezia, und der Basilika von San Marco in Rom, herausgegeben und erlautert von Philipp Dengel, Rom, Loescher, 1913, pp. 33-37.
Cfr.: M. Zorzi (a cura di), Collezioni di antichità a Venezia nei secoli della Repubblica. Dai libri e documenti della Biblioteca Marciana (Mostra, 27 maggio-31 luglio 1988), catalogo a cura di M. Zorzi, con un saggio di I. Favaretto, Roma, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Libreria dello Stato, 1988, p. 27 (in riferimento al documento di Sant’Antonio di Castello).
testo originale
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c. 1r Die martis .VIIII., mensis octobris .MCCCCCXX., indictione .VIIII. | Humane fragilitatis cursum variis mortalitatis casibus obnoxium, | considerantes nos Dominicus Grimanus, miseratione divina | episcopus Portuensis Sancte Romane Ecclesie cardinalis Sancti | Marci et patriarcha Aquilegiensis, sanus Dei gratia mente et | intellectu, gravis corpore aliquantum infirmus, volentes | plenarium bonorum nostrorum dispositionem ordinare habentesque | ad id facultatem per litteras apostolicas sanctissimi in Christo | patri et domini nostri domini Leonis divina providentia | pape decimi, tam in forma brevis quam sub bulla plum|bea expeditam, tenoris inferius registrandi ad nos vo|care; et ad domum nostram positam in Villa Novente, | districtus et diocesis Paduane venire fecimus Boni|facium Solianum notarium Venetiarum quem uti notarium roga|vimus, ut hoc nostrum scriberet testamentum pariterque post obitum | nostrum compleret et roboraret cum clausulis opportunis, | secundum usum patrie nostre Venetiarum.
Per quod quidem testamentum nostrum in primis animam nostram | altissimo creatori Deo et domino nostro Iesu Christo eiusque glorio|sissime matri virgini Marie ac universe Curie celesti humiliter commendamus.
Cadaver autem nostrum sepeliri volumus in ecclesia monasterii | Sancti Antonii Venetiarum in aliqua capella separata, more ec|clesiastico et honesto, prout commissariis nostris infrascriptis pla|cuerit et eorum arbitrio visum fuerit.
Item volumus et ordinamus que in prefata capella ubi cadaver | nostrum sepultum fuerit celebrari debeat quotidie una | missa in perpetuum pro anima nostra per fratres dicti monas|terii cum annuo stipendio, deputando et providendo per nos|tros commissarios secundum honestatem et eorum discretionem.
Commissarios autem nostros et huius nostre ultime volun|tatis exequtores instituimus et esse volumus nobiles viros | dominum Vincentium Grimani fratrem nostrum charissimum principa|liter et pro maiori parte et simul cum eo dominum Alovisium | Grimani quondam domini Bernardi qui tamen cum consilio magnifici et | clarissimi domini Antonii Grimani genitoris nostri et procu|ratoris Sancti Marci Venetiarum exequi et adimplere debeant | quantum in hac nostra ultima voluntate continebitur, quem | genitorem nostrum propter eius etatem maiore provintia commis|sarie nostre non honeravimus.
| c. 1v Item dimittimus et legamus omnes et singulos libros nostros quos | habemus in Romana Curia tam Grecos quam Latinos, Hebreos, | Caldeos, Arabicos et Armenos et alios quoscumque fratribus | predicti monasterii Sancti Antonii Venetiarum, reponendos tamen | et conservandos in bibliotheca quam nos cepimus fabri|chare in dicto monasterio et non alibi. Et quia commisimus | dictos libros deportari ex Urbe ad partes et forsam | aliqui possent esse transmissi, declaramus que etiam illi | nihilhominus sub hoc legato comprehendatur.
Cum hoc quod dicti fratres non possint neque debeant dic|tos libros neque aliquam partem ipsorum, aut etiam unum ex ipsis, | inmutare vel transportare aut transportari permittere | de dicta bibliotheca tam sub nomine commodati quam quavis | alia causa, etiam sub quacumque cautione sub pena ammissionis | omnium dictorum librorum si in aliquo contrafecerint, aut | contrafieri permitterent; in qua etiam bibliotheca poni et servari | volumus instrumenta nostra astronomica que ad presens | reperiuntur penes prefatum dominum Vincentium Grimani fratrem nostrum in quadam capsa.
Et pro complemento fabriche eiusdem bibliothece ac pro | conducendis memoratis libris ex urbe Roma ad | et in dictum monasterium et ibi collocandis et cathenandis, | dimittimus memoratis fratribus ducatos mille de bonis | nostris reperiendos per prefatum dominum Vincentium Grimani, | fratrem et commissarium nostrum, qui bibliothecha prefici de|beat et libri conduci et in eadem bibliothecha collocari ad | plus in termino unius anni; ita que onus et cura condu|cendi et collocandi dictos libros ut supra spectet ad | memoratos fratres et onus expendendi pecunias predic|tas pro portatura et aliis premissis remaneat apud | predictum dominum Vincentium commissarium nostrum.
Cum hac tamen declaratione quod si fratres dicti mona|sterii aut aliqui eorum superiores contrafacerent in aliquo, | scilicet comodando, asportando vel asportari permittendo | aut etiam alienando aliquos etiam unum ex dictis libris, tunc | et eo casu dicti libri proveniant et devenire debeant | ad fratres Observantes Sancti Dominici Venetiarum aut Sancti | Petri Martiris de Murano in electione commissariorum nos|trorum, cum eadem condictione suprascripta et tamen dicti | libri restaurari debeant sumptibus illorum fratrum qui | alienassent iudicio et estimatione peritorum.
| c. 2r Et propterea fieri debeant statin tria instrumenta in|ventarii omnium dictorum librorum, danda unum scilicet | fratribus et monasterio Sancti Antonimi, alterum dominis procura|toribus Sancti Marci Venetiarum(a) et aliud commissariis nostris supradictis quod | inventarium legi et cum representatione ipsorum librorum concordari | debeat singulis annis per fratres et omnes procuratores | ac commissarios nostros prefatos.
Item dimittimus et legamus prefatis monasterio et fratribus | Sancti Antonii Venetiarum nostrum pluviale aurifigiatum | cum sua fibula argentea et huncinis argenteis ac nodis | tribus factis de margaritis, sive perlis et cum suo capino | recamato, necnon duas petias ratiorum figuratorum de serico | cum auro et argento intextis quas emimus ab Antonio | Siculo; in quibus tamen raziis volumus fieri et poni debere | arma seu insignia familie nostre de cha’ Grimani cum pileo | cardinalatus; quibus raziis dicti fratres uti debeant | pro ornamento ecclesie predicte in diebus solemnibus festorum | principalium ad laudem Dei eiusque beatissime matris | virginis Marie et sanctorum suorum cum eadem condictione | et obligatione quod non possint commodare, asportare vel aspor|tari permittere aut quovis modo alienare dictos ratios | neque alterum ipsorum, sub pena amissionis omnium ipsorum, ut | supra de libris dictum fuit in omnibus et per omnia.
Et cum obligatione quod intuitu omnium premissorum dicti | fratres teneantur ac debeant singulis annis decan|tare in festo sancti Dominici unam missam solemnem de | Asumptione beatissime virginis Marie cum commemora|tione de sancto Dominico ac colecta pro anima nostra.
In omnibus autem et singulis bonis nostris mobilibus etiam | immobilibus presentibus et futuris, caducis, inordinatis et per | non scriptis, iuribus quoque rationibus et actionibus uni|versis nobis spectantibus et pertinentibus ac que spectare | et pertinere possent quomodocumque et qualitercumque comprehendendo, | tam domum sive pallatium ac vineam nostram in urbe Roma | positam in Monte Caballi, necnon pallatium, domum et possessio|nes nostras positas in Villa de Spessa, territorii Vincentini, | que ascendunt ad campos sexcentos terre vel circa, per | nos emptos et acquisitos a domino Thadeo et fratribus de | Quinto; necnon domum et pallatium nostrum positum in predicta | c. 2v Villa Novente cum brolio camporum decem vel circa emptos | a domina Gracimana de Mollino et similiter campos quinque | vel circa positos supra Pontem Brente ac domum nostram | positam in civitate Padue in Prato de la Valle; quae alia | quecumque bona nostra in quibusvis rebus ac locis existant | instituimus, deputamus et esse volumus nostrum univer|salem heredem prefatum dominum Vincentium Grimani fratrem | nostrum, si fuerit superstes, alioquin filios et heredes mas|culos et laicos tantum eiusdem domini Vincentii cum de|clarationibus, tamen et conditionibus infrascriptis videlicet.
Nam volumus et ordinamus quod de pecuniis et argentis | nostris que reperientur ac etiam de pecuniis exigendis | a debitoribus nostris, deductis tamen expensis ac | legatis nostris contentis tam in hoc testamento quam co|dicillis et aliis ultimis nostris voluntatibus forsam in | posterum faciendis, investiatur in aliquibus fundis | et possessionibus in agro Patavino aut Vincentino vel | Tarvisino seu Mestrino, tantum quod simul cum aliis posses|sionibus nostris supradictis ascendant ad quantitatem | camporum mille terrarum in totum; et quod omnia huiusmodi posses|siones domus et alia immobilia bona, tam acquisita | quam aquirenda, non possint neque debeant per quempiam | vendi, obligari aut quovis alio modo alienari, tam in | partem quam in totum, sed remaneant et intelligantur | condictionata sub fidecommisso in perpetuum perveniantque | et devenire debeant in et ad prefatum magnificum et clarissimum | dominum Antonium Grimani genitorem nostrum observandum quo|advixerit qui illa usufructuare et possidere debeat | in vita sua; et post eius obitum aut ipso nobis premoriente | in et ad prefatum dominum Vincentium Grimani fratrem nostrum | charissimum si fuerit superstes; alioquin et sive post obitum | ipsius domini Vincentii semper in et ad filium masculum | primogenitum qui reperietur coniunctiorem discende|tem laicum ipsius domini Vincentii et sic sucessive de primo|genito in primogenitum masculum et laicum, tantum et | si masculus primogenitus vel esset clericus qui clericaret | aut non reperiretur in humanis, eo casu substituimus | alterum masculum maiorem natu eidem primogenito pro| c. 3v ximiorem laicum et sic de uno in alterum in perpetuum; et | deficientibus aut prefato domino Vincentio fratre nostro sine | filiis masculis laicis aut eius posteris et descendentibus | itaque aliquis non reperiretur de linea masculina, tunc ex | eo casu dicta bona, sic ut premittitur condictionata, de|veniant ac devenire debeant in et ad filios sive alios | posteros descendentes de linea masculina quondam domini Hiero|nymi Grimani fratris nostri scilicet primogenitum, tantum | masculum laicum vel ipso primogenito clericare aut in | humanis non existente ad alterum maiorem natu qui | pro tempore fuerit proximiorem masculum laicum, ut supra.
Et similiter volumus, dimittimus et ordinamus quod brevi|arium nostrum scriptum in pergameno et miniatum remaneat | et intelligatur perpetuo condictionatum sub predicto fidecom|misso, ita quod remaneat penes prefatum dominum Vincentium | fratrem nostrum, quoad vixerit, et deinde aut etiam ipso | premoriente perveniat et devenire debeat in illum qui etiam | de predictis possessionibus nostris fuerit pro tempore bene|ficiatus et simul cum eisdem de uno in alterum in perpetuum, | ut supra. Quod breviarium tamquam rem nobilissimam et | pulcherimam ostendere debeant personis honorificis | quandocumque oportunum fuerit; de quo breviario ac | numero chartarum aliisque qualitatibus, tam breviarii quam singu|larum chartarum fieri debeat inventarium ad perpetuam rei | memoriam.
Item volumus et ordinamus quod si quis qui | pro tempore fuerit beneficiatus seu usufructuarius posses|sionum predictarum in aliquo contrafecerit predictis condic|tionibus, alienando aut aliquid de dictis possessionibus | aut dictum breviarium vel aliqua de chartis illius, seu | etiam obligando aut etiam aliter contrafaciendo, cadat ipso | facto et privatus remaneat de omni beneficio presentis testa|menti; quod beneficium extunc devolvatur ad alterum | eidem proximiorem masculum laicum cum eisdem pena, modo, | forma et obligationibus ac condictionibus suprascriptis.
Salvo tamen et exceptuato quod prefatus dominus Vincentius exi|gere possit introitus predictorum bonorum primi anni post obitum | nostrum et illos convertere in expensas et exequtionem | rerum in hoc testamento ordinatarum; et quod similiter prefatus | c. 4r dominus Vincentius disponere possit in sua ultima voluntate | de introitibus dictorum bonorum per annos tres post eius obitum, | pro dotandis filiabus suis quas haberet aut illarum | dotibus solvendis sive etiam beneficiandis aliis filiis | quos haberet prout eidem domino Vincentio visum fuerit. | Non tamen ita preiudicando dicto usufructuario quin | etiam infra dictum triennium possit vivere et se sustentare | de dictis introitibus quando non haberet aliunde modum | condecentem substentationis sue; et similiter quod de introitibus | dictorum bonorum supleatur solutio usque ad ducatos mille qui | investiri debent nisi interim fuerint investiti in tot bonis | immobilibus pro computo ecclesie Sancti Victoris de Ripalta dio|cesis Brixiensis, pro tot habitis a domino Victore de Martinengo.
Ressiduum vero aliorum bonorum nostrorum mobilium et tamen sci|licet pecunias et argenta quam alias res bona et iura | quecumque que ultra emptionem dictarum possessionum super|fuerint dimittimus prefato domino Vincentio fratri nostro quem | nostrum universalem heredem instituimus ut supra, vel | eius heredibus masculis et laicis tantum ut supra, salva | tamen nobis facultate addendi et minuendi prout | nobis placuerit quandocumque.
Item volumus et ordinamus quod presens nostrum testamentum | valeat et sit ac remaneat firmum et validum et non | possit redargui de aliqua nullitate aut infringi, tamen | ex eo quod prefatum dominum Vincentium fratrem nostrum et heredes ut | supra beneficiatum eidem testamento et illius stipulationi | adesse et interesse fecimus, aut ex eo quod dictum testamentum | fecimus per notarium predictum scribi extra cameram et presentiam | nostram et fortasse auditum fuit in aliqua parte per came|rarios nostros nobis servientes; quam propter aliquam aliam | iuris vel ordinum notariorum Venetiarum solemnitatem inob|servatam, quia hec omnia de expressis voluntate ac com|missione nostris et pro commoditate nostra voluimus et sic | fieri fecimus et dictum testamentum sic ordinavimus et | postquam fuit scriptum de commissione nostra illud nobis per notarium perlegi fecimus nosque illud bene inteleximus; | et quia continet voluntatem nostram illud rogavimus | in presentia testium infrascriptorum et suum effectum sortiri volumus | c. 4v in omnibus et per omnia et non obstantibus aliquibus legibus pa|trie nostre Venetiarum. Circa huiusmodi solemnitates testamentorum | loquentibus aut aliis contrariis quibuscumque quibus etiam | non obstantibus, volumus et declaramus quod codicilli aliorum | legatorum de quibus familiares nostros beneficiavimus | valeant quamvis non per notarium Venetiarum fieri contingeret, | quia de hoc plenariam nobis reservamus facultatem.
Ceterum nequis miretur quod nepotes nostros filios prefati quondam | domini Hieronymi Grimani fratris nostri aliter non bene|ficiaverimus in hoc testamento, declaramus hoc procesisse, | non quia ipsos charos non habeamus, sed quia duos ex | ipsis ita beneficiavimus et sibi ita providimus de introitibus | ecclesiasticis, tantum quod brevi tempore poterunt magis be|neficiare et melius providere domui et familie sue, quod | per hoc testamentum fuerint beneficiati prefatus dominus Vincen|tius et eius familia, ita quod stare debeant taciti et con|tenti in charitate Domini.
Item non obstante suprascripta institutione generali de ressiduo | et hereditate nostra facta prefato domino Vincentio ut supra, | exceptuamus ac resarvamus libros nostros quos ad | presens habemus tam hic penes nos, quam Cenete et similiter | iocalia et medaleas aureas argenteas et de aliis metallis | ac nudos et certas antiquitates que non intelligantur | comprehensa sub dicto residuo, quia de illis alias et aliter | disponere intendimus secundum voluntatem nostram et si|militer picturas nostras, cameos, corniolas, tam ligatas, | quam disligatas et alias similes res et picturas tam in | charta quam in tella et tabulis.
Item dimittimus notario pro sua mercede ducatos | vigintiquinque. Interogati per dictum notarium de locis con|suetis, secundum formam sui capitularis respondimus pro | nunc nolle aliud ordinare preterea etc.
Ego Franciscus Herbydus de Castro in utroque doctor prelibati reverendissimi domini testatoris auditor, | testis iuratus et rogatus interfui et subscripsi et fidem facio collationasse | presentem cedulam cum priori cedula apostillata et cum quibusdam cancellaturis in ea | contentis et bene concordat. Et sic in fidem subscripsi propria manu.
Ego Franciscus de Nordiis canonicus Aquilegiensis et prefati | reverendissimi domini cardinalis camerarius, testis iuratus et rogatus interfui et | subscripsi et fidem facio de collatione et alias ut supra.
Ego Stephanus Illigius canonicus Dulchinensis et prefati | reverendissimi domini cardinalis camerarius, testis iuratus et rogatus | interfui et subscripsi et fidem facio presentem | cedulam concordatam et colationatam fuisse cum prima | cedula cum prorsis a postillis et omissis cancellaturis | contentis in dicta cedula et in fine subscripsi.
Ego Bonifacius Solianus Venetiarum notarius rogatus.
(a) S(ancti) Marci Venet(iarum) a margine sinistro con segno di richiamo.