10 Dicembre, 2019
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DOLFIN, Giovanni - Testamento III

1620 febbraio 3, Roma

Giovanni Dolfin, cardinale di Vicenza del titolo <presbiteriale> di San Marco, sano di mente e di corpo, ottenutane le rispettive facoltà dai papi Clemente VIII il 14 dicembre 1604 e Paolo V il 10 febbraio 1606, stabilisce di fare testamento, annullando tutti i precedenti. Dispone che alla sua morte, nel caso si trovi in Roma, il suo corpo dovrà essere seppellito nella chiesa di San Marco, con l’obbligo di trasferirne successivamente le spoglie in Venezia nella chiesa di San Michele di Murano officiata dai monaci Camaldolesi nel deposito che lì si sta costruendo: a tale scopo il suo erede dovrà adoperarsi a farlo terminare quanto prima nei modi già stabiliti; per il funerale in Roma vuole che si spenda la stessa cifra occorsa per le esequie del cardinale di Verona; nel caso in cui ciò avvenga fuori Roma, le spese saranno a carico dell’erede che in ogni caso dovrà provvedere alla manifattura dei vestiti a lutto per tutta la famiglia; lascia alla chiesa di San Marco sopra nominata i «rasi» gialli e «cremisini», un pallio, una pianeta di raso «cremisino» con oro e un piviale di tabi bianco, chiedendo ai canonici e ai sacerdoti della stessa di pregare pro anima sua; alla chiesa di San Michele di Murano mille ducati veneziani di moneta corrente una tantum che dovranno essere investiti a favore dell’erede e dei monaci e col cui ricavato questi ultimi saranno obbligati a celebrare una messa al giorno pro anima sua e dei suoi parenti nell’altare privilegiato dei defunti e una messa cantata il giorno dell’anniversario; dispone inoltre lasciti in denaro una tantum per le Convertite di Roma, quelle di Venezia e Vicenza – che dovranno pregare tutte per la sua anima – e per l’ospedale dei Santi Giovanni e Paolo di Venezia; lascia alla cattedrale di Vicenza i paramenti sacri che restano nella sua cappella e tutti gli argenti vale a dire quattro candelieri, una croce «col Cristo sopra», una piccola tazza con due ampolle e la pace con la clausola che in caso di necessità se ne possa avvalere il fratello vescovo e monsignor coadiutore suo nipote, chiedendo a tutti di pregare per la sua anima; lascia venti ducati vita natural durante alla cognata Paolina madre di Niccolò, a Betta moglie di quest’ultimo e a Caterina moglie del nipote Giovanni Dolfin; a Daniele Dolfin suo fratello carnale trecento ducati di moneta veneziana vita natural durante; all’altro fratello carnale Dionisio, vescovo di Vicenza, i cinquecento ducati che gli ha prestato e di cui egli stesso possiede la relativa ricevuta che dichiara quindi nulla, un piccolo forziere contenente i seguenti argenti: due piccoli bacili, una sottocoppa, dieci piatti «quadrati» – oggetti questi tutti dorati – una saliera, due «ovaroli», due tegami, quattro coppe dorate per bere, un vasetto per lo zucchero e due candelieri d’argento, a condizione che i suddetti argenti e forziere dopo la morte del suddetto Dionisio debbano essere consegnati al suo coadiutore monsignor Giuseppe Dolfin già sopra nominato: morti entrambi debbono tornare proprietà del legittimo erede del testatore; a quest’ultimo concede altresì gli affitti e le entrate del priorato di Santa Maria del Monte in Conegliano, nonché un boccale e un bacile d’argento, a condizione però che né lui né i suoi eredi pretendano altro; al nipote abate Giuseppe Dolfin, figlio del defunto fratello Andrea un bacile, un boccale a sua scelta e due sottocoppe d’argento; ai fratelli Giuseppe, Niccolò, Giovanni Battista e Daniele figli del defunto Benedetto Dolfin cento ducati di moneta corrente veneziana, vita natural durante, che torneranno all’erede alla morte di ognuno di loro; al prete Giovanni Benedetto, fratello di questi ultimi, dell’ordine di san Domenico dieci ducati l’anno che alla sua morte torneranno all’erede legittimo e non saranno quindi appannaggio del convento; alle sorelle monache lascia ciascuna sei ducati di moneta veneziana; ordina inoltre al suo erede che il Cristo d’oro in croce d’ebano donatogli da Giacomo <granduca> di Toscana rimanga sempre in casa e non se privi per alcun motivo; provvede inoltre ad una serie di lasciti e legati in favore del personale non prima di aver stabilito che tutti gli altri suoi beni mobili e immobili posti in qualsiasi luogo saranno appannaggio del suo erede universale, il già nominato Niccolò Dolfin; nel caso in cui quest’ultimo muoia prima di lui allora istituisce eredi universali i figli legittimi Giovanni e Pietro ed altri se nel frattempo nasceranno e che avranno l’obbligo di dotare la sorella Marietta di ventimila ducati di moneta corrente veneziana; la quale Marietta, però, non potrà pretendere altro né dalla linea paterna, né da quella materna; nel caso in cui voglia diventare monaca allora i fratelli dovranno fornirle tutta la suppellettile necessaria oltre a cinquanta ducati l’anno; nel caso in cui in linea maschile non ci fossero comunque eredi al momento della sua morte, allora stabilisce che parimenti subentrino nell’asse ereditario le figlie femmine di detto Niccolò; soltanto nel caso in cui premorendo Niccolò e mancando totalmente la quarta generazione sia in linea maschile che in linea femminile, allora, e solo in tal caso, subentreranno eredi universali i figli dei defunti Benedetto e Andrea fratelli del testatore; nomina esecutori testamentari il nominato Niccolò, suo erede, e in sua assenza Girolamo Soranzo, ambasciatore in Roma della Repubblica di Venezia, o altro ambasciatore pro tempore e monsignor abate Corner chierico di Camera. Raccomanda infine il suo erede alla protezione dei cardinali Aldobrandini e Ginnasi.


Originale [A], Archivio storico Capitolino, Sezione I dell’Archivio Urbano, not. Leonardo Miceno, vol. 508, cc. 184r-199r.

Trascrizione: F. Spina, Il cardinal Giovanni Dolfin (1545-1622) tra Venezia e Roma. Un'indagine documentaria, tesi di laurea, Sapienza Università di Roma, aa. 2010-2011, pp. 43-52.

Il documento è così introdotto: «Testamentum».


testo originale []

c. 184r In Dei nomine Amen. Anno a saluberri|mo natali millesimo seicentesimo|vigesimo indictione tertia, die vero | tertia mensis februarii, pontificatus | sanctissimi in Cristo patris et domini nostri | domini Pauli divina providentia pape quinti | anno tertio.
Constituito personalmente avanti di me nota|rio et testimonii infrascripti l'illustrissimo et reverendissimo | signor cardinale Giovanni Dolfino ve|neto, hora del titolo di San Marco card|inale di Vicenza, così chiamato | et da me notario benissimo cognosciu|to sano per la Dio gratia di corpo, lo|quela, mente et intelletto. Conside|rando et cognoscendo come dice | esser certa la morte, ma incerto | il giorno et hora del morire et | perciò convenirsi a tutti li fedeli di | Iesù Christo nostro redentore, et in | particolare a sua signoria illustrissima et reverendissima | (che per la gratia et favore di sua divina Maestà | si ritrova honorato et essaltato a | questo sublime stato del cardinala|to) il pensare et ricordarsi d'esser | mortale et doversi nel punto | c. 184v che doverà pagare questo debito di | natura ritrovarsi pronto et prepa|rato di andare all'eterno secolo | et per gratia et misericordia di nostro | Signore all'eterna promessa gloria; | et perciò avanti che sua signoria illustrissima | gionga al passo della morte vo|glia hora in questo stato di sanità | di corpo, mente, loquela et intel|letto disporre de tutti e singoli | beni che dal Signore per sua infinita | bontà le son stati concessi median|te questo suo ultimo nuncupativo, | che si dice senza scrittura testamen|to, volendosi anco, sicome dice va|lersi della facultà di testare et | disponere de tutti detti et infrascripti suoi | beni concessali dalla felice memoria di Clemente ottavo sotto li 14 di dicembre | 1604, per suo breve con il sigillo | piscatorio, et per la santità di nostro signore | Paolo quinto, per suo chirografo | et motu proprio, non solo confirma|to, ma di più che si registri in Ca| c. 185r mera | apostolica sotto la data delli | .X. di febraro, 1606 sì come sotto | li .XIII. del medesimo asserisce esser | stata registrata nelli atti del | Bulgarino notario dell'istessa | Camera hoggi Felice de Loti nel | Libro primo delle segrete di sua | santità a carte 2b; et anco di | ogni altro migliore modo che a sua | signoria illustrissima et reverendissima si competes|se, competa, o potesse in qualsi|voglia modo competere et che fosse | neccessario di esprimersi, volen|dolo haver per specificato et espres|so, a fine che questo suo ultimo nun|cupativo testamento et ultima volun|tà in qualsivoglia loco tanto in | Roma, come in Venetia et in | ogn'altra parte del mondo, sia | osservato et messo in essecutio|ne in ogni migliore modo, de|chiarando anco sua signoria illustrissima | et reverendissima che se in questo suo testamento | c. 185v, ultima voluntà, legati etc. che vi fos|se qualche cosa per la quale si potes|se dire di nullità et invalidità | de tutto, o parte di esso testamento, | ultima voluntà, legati et altro | in tal caso o casi intende et vole | sua signoria illustrissima et reverendissima che il tutto | s'intenda disposto conforme che | può e deve, sicome ne dispone | in ogni migliore modo etc.
Et prima cominciando sua signoria illustrissima | et reverendissima dall'anima sua come | più pretiosa del corpo, quella racco|manda humilmente et devotamente | all'altissimo Dio suo signore et creatore, alla gloriosissima vergine | Maria, a san Giovanni Battista suo pro|tettore et a tutti li santi et sante del cie|lo, acciò sia ancor lei per bontà et | misericordia di sua divina Maestà et per interces|sione et meriti di essa santissima Vergine | et santi ricevuta in gloria, amen.
Il corpo poi di sua signoria illustrissima et reverendissima | quando sarà separato dall'anima | c. 186r vole et dispone che si facci di | esso nel modo che segue. Cioè, seguendo il caso della sua morte | in Roma che il detto suo corpo sia | depositato nella suddetta chiesa | di San Marco, titolo al presente di sua | signoria illustrissima et reverendissima come s'è | detto, a fine che a beneplacito del | suo herede infrascritto sia fatto tras|portare in Venetia per metterlo | nella sepoltura et deposito che già | di presente si lavora nella chiesa di | San Michel di Murano de monaci Ca|maldolensi; il qual deposito se non | fosse compito ordina che il suo herede | quanto prima lo faccia finire, gius|to conforme al dissegno principiato.
Et il suo funerale qui in Roma vole | et ordina che si facci con quell'istessa | spesa, per apunto, che fu fatta nel fune|rale della bona memoria del signor cardinale | di Verona.
Et se succedesse il caso della morte | di sua signoria illustrissima et reverendissima in Vene|tia vole che il suo corpo sia posto in | c. 186v detto deposito et sepoltura in San Michel | di Murano essendo finito; se non, si de|positi in essa chiesa sino che sar|à finito, come si è detto, che deb|ba fare l'herede et il funea|le sia ad arbitrio di esso herede.
Et se occorresse il caso della morte | in altro luogho delli sopra nomina|ti ordina che il corpo si depositi in | una chiesa ad effetto di trasportar|lo in Venetia a San Michel di Murano | nel detto deposito o sepoltura et il fu|nerale si facci ad arbitrio del suo he|rede, se vi sarà presente, se non, delli |mastri di camera et di casa di sua | signoria illustrissima et reverendissima.
Item lascia sua signoria illustrissima et reverendissima alla | detta chiesa di San Marco in Roma | et suo clero tutto, essendo neccessa|rio per raggione di legato et per ogn'altra | cosa che potesse farsi pretendere et | per il detto deposito et restitutione del | suo corpo et in ogn'altro migliore mo|do etc., li rasi cremesini et gialli, | con li quali è solito adornarsi et pa|rarsi essa chiesa, acciò servino | fino c. 187r che saranno buoni per questa at|tione, asserendo sua signoria illustrissima | et reverendissima haverli comprati a questo | effetto; et di più il palio et pia|netta di raso cremesino con | oro et un piviale di tabì bianco | soliti adoperarsi in essa chiesa et | ben spesso esistenti in sacrestia | di essa chiesa, talmente che essendo|vi in essa sacrestia restino come | sopra et non vi essendo et trovan|dosi in casa di sua signoria illustrissima li | siano consegnati; et prega li signori | canonici, curato et altri sacerdoti | di essa chiesa a raccordarsi nelli | loro sacrifitii dell'anima di sua | signoria illustrissima et reverendissima.
Item lascia per raggione di legato et per | raggione di sepoltura et in ogn'|altro migliore modo etc. alla suddetta | chiesa di San Michele di Murano | ducati mille di moneta corrente di | Venetia per una sol volta; quali | sua signoria illustrissima et reverendissima vole et coman|da che si investino in loco sicuro | et fruttifero, de commune consenso | c. 187v delli suddetti monaci et del suo here|de, et se essi reverendi padri non si condor|dassero con l'herede in fare detto in|vestimento vole che il detto herede | possa investirli senza il consenso di | essi monaci; et che il frutto di | detta investita sia della chiesa di San | Michele et di essi reverendi monaci | et da riscotersi da loro medemi | con peso però di una messa il gior|no in perpetuo per salute dell'anima, | prima di sua signoria illustrissima et reverendissima | et poi de altri del sangue; et con peso | parimente di fare (con proprie lo|ro cere) un anniversario e cioè | messa cantata per defunti ogn'|anno in perpetuo nel giorno della | morte di sua signoria illustrissima et reverendissima; tal|mente che tanto le messe di ogni giorno | si celebrino all'altar privilegiato, | quanto la detta messa anniversaria | et nei giorni impediti per rito di chie|sa si facci la commemoratione nella | messa corrente di quel giorno im|pedito; et così l'anniversario occor|rendo in giorno impedito si trasferi| c. 188r schi nel primo giorno habile. | Dovendo essi reverendi monaci in dieci | giorni doppo che li saria notifica|to tal legato, quello accettare ca|pitolarmente, obligarsi alla celebra|tione suddetta et ponerlo nella ta|vola o memoria nella loro sa|crestia. Et non accettando o non volendo ac|cettare et obligarsi come sopra, | o non osservando doppo, in tal caso, | o casi vole che il suo herede pro | tempore possi ellegersi un'altra | chiesa con il medesimo peso et | obligo et con l'applicatione di detto | legato et frutti.
Item lascia per raggione di legato et in | ogn'altro migliore modo etc. alle reverende Convertite di Roma, a quelle | di Venetia et a quelle di Vicenza | scudi cinquanta correnti di moneta cor|rente in esse città, per ciascheduno mo|nasterio et loro da pagarseli fin | a doi mesi doppo la sua morte | dal suo herede per una sol volta, | ad effetto che preghino Dio per la sa|lute dell'anima di sua illustrissima et reverendissima.
| c. 188v Item per raggione di legato et per suffragio | dell'anima di sua signoria illustrissima et reverendissima | et in ogn'altro migliore modo etc. lascia | al venerabile hospitale de Santi Giovanni | et Paolo di Venetia scudi cinquanta | di moneta corrente in Venetia per una | volta sola.
Item lascia per raggione di legato et in | ogn'altro migliore modo etc. alla sacres|tia del domo, cioè della chiesa | cathedrale di Vicenza tutti li pa|ramenti et simili che si retrovano | destinati per servitio et uso della capella di sua signoria illustrissima et reverendissima con | tutti li argenti per uso di essa capella: | cioè quattro candellieri, una cro|ce col Cristo sopra, una piccola taz|zetta con doi ampolle et la pace, | non vi essendo altro (d'argenti) des|tinato all'uso di essa capella; | talmente che circa li paramenti, | non s'intenda compreso se non quel che | da sua signoria illustrissima et reverendissima non fosse | particolarmente disposto a favor d'altri; | desiderando esso illustrissimo et reverendissimo testa|tore che di dette cose se ne possino anco | servire et valere all'uso proprio | c. 189r di esse cose monsignore reverendissimo ves|covo suo fratello et monsignore reverendissimo coa|diutore suo nepote, pregando tutti | a raccordarsi nelli loro sacrifitii | della salute dell'anima di sua | signoria illustrissima et reverendissima.
Item lascia per raggione di legato et in | ogn'altro migliore modo etc. alla claris|sima signora Paulina Dolfino sua | cognata ducati venti di moneta vene|tiana l'anno in vita sua sola|mente, per segno di honore et della | molta sodisfatione che egli ha ri|ceuto sempre dalle honorate et pru|dentissime sue attioni in tutte le cose | et in particolare nell'havere bene al|levato il signor Nicolò, suo figliolo | et di sua signoria illustrissima et reverendissima amatissimo nepote et herede infrascritto, il qua|le debba pagare questa amorevo|lezza in principio d'anno et come | parerà ad essa signora sua madre pron|tamente.
Item lascia per raggione di legato et in | ogn'altro migliore modo etc. alla clarissima signorra Betta, moglie dilettissima | c. 189v del suddetto signor Nicolò erede, ducati | venti simili ogn'anno anticipata|mente in vita sua, acciò continui | tanto più in amare il detto signore suo | carissimo marito; et in segno della so|disfatione grande che sua signoria | illustrissima et reverendissima ha sempre havuto | delle nobilissime conditioni di es|sa signora Betta.
Item lascia per raggione di legato per ogni | et qualunque altra causa | et in ogn'altro migliore modo | etc. a tutti et singuli infrascritti, così | parenti come famigliari, ma tal|mente che non si possa da alcuni | di loro mai pretendere dall'infrascritto | suo herede et heredità di sua signoria | illustrissima et reverendissima altro in modo alcuno solo che l'infrascritto legato.
All'illustrissimo signor Daniel Dolfino fratello | carnale di sua signoria illustrissima et reverendissima | ducati trecento di moneta venetiana | corrente da pagarseli dal suo he|rede mentre esso signor Daniel vive|rà solamente ogn'anno di sei mesi | in sei mesi la metà.
Al monsignor reverendissimo Dionisio Dolfino fratello carnale | c. 190r di sua signoria illustrissima et reverendissima et ho|ra vescovo di Vicenza li ducati | cinquecento che esso illustrissimo et reverendissimo signor | cardinale testatore ha prestati ad esso monsignor | reverndissimo Dionisio circa doi anni sono, | del qual prestito sua signoria illustrissima crede haverne | appresso di sé scrittura, la quale (accet|tandosi questo legato) vole che resti cas|sa et nulla; et di più un fortie|retto piccolo con dentro l'infrascritti argenti cioè: | doi bacciletti indorati, una sottocoppa | dorata, diece piatti quadri dorati, | una saliera, doi ovaroli, doi tega|mi, quattro coppe dorate da beve|re una dentro l'altra et un va|setto da zuccaro et doi candelieri d'argento | con conditione però che delli suddetti argenti | et fortieretto esso monsignor reverendissimo Dio|nisio li goda con usarli solamente | in vita sua et dopoi la morte | di sua signoria reverendissima vadino in mano | di monsignor reverendissimo Gioseppe Dolfino | coadiutore di esso monsignor reverendissimo Dioni|sio, solamente per suo uso in vita sua; | et ambidua morti essi argenti ri|tornino all'infrascritto herede di esso | c. 190v illustrissimo et reverendissimo testatore o a successo|ri suoi liberamente et senza eccettio|ne alcuna.
Item dice et dechiara esso illustrissimo et reverendissimo signor cardinale testatore | essersi fatto dare, pagare et rimettere dal sopradetto et infrascritto signor | Nicolò suo herede l'affitti et entrate pervenute in mano di esso | signor Nicolò per tutto l'anno 1618 del priorato di Santa Maria di Monte | in Conigliano, spettanti et appartenenti al suddetto monsignor reverendissimo Gioseppe Dolfino, nepote di sua signoria illustrissima et reverendissima, et al presente coadiuto|re della chiesa episcopale di Vicenza et all'incontro sua signoria illustrissima | et reverendissima havere per esso monsignor reverendissimo Gioseppe pagata | al signor Ludovico Angelita l'annua pensione di scudi cinque|cento di questa moneta romana reservata a favore d'esso signor Ludovico, | mentre renuntiò l'istesso priorato a esso monsignor illustrissimo Gioseppe, | quali pagamenti di pensione con l'interesse delle rimesse; et per | altri danni havuti per tal causa, desse esso illustrissimo signor cardinale | testatore eccedere il frutto et affitti suddetti e però restarne cre|ditore d'esso monsignor reverendissimo Gioseppe. Nondimeno esso illustrissimo | et reverendissimo testatore lascia a esso monsignor reverendissimo Gioseppe per rag|gione di legato et in ogn'altro migliore modo etc. et il detto sopra | più pagato, interessi et danni et anco un bacile et bocca|le d'argento de quelli che si troveranno al tempo della morte | di sua signoria illustrissima et reverendissima ad elettione d'esso monsignor reverendissimo, salvi pe|rò li lasciati in spetie ad altri: con questa conditione però che esso monsignor reverendissimo Gioseppe né altri(a) dipendenti da sua signoria reverendissima pos|sino né debbiano in modo alcuno dimandare, né molestare | detto signor Nicolò, né altri che siano dependenti da lui per caso | et occasione di detti affitti et frutti di detto priorato administrato | riscossi dal detto signor Nicolò o da altri soprannominati beni di commissione di sua signoria illustrissima et | reverendissima, ma senza alcuna pretesa; et perciò in caso che si di| c. 191r mandassero detti affitti et frutti et esso signor fusse perciò mo|lestato per tal causa, o come herede o in sua propria spe|cialità, vole esso illustrissimo signor cardinale testatore che il suddetto | legato del detto soprapiù et interessi et danni resti di nes|suno valore et che esso signor Nicolò et suoi heredi et | successori possino et debbiano dimandare et have|re in ogni migliore modo il detto soprapiù pagato | con l'interesse et danni.
Al signor abbate Giovanni Dolfino fi|gliolo della bona memoria del signor | Benedetto Dolfino fratello di sua signoria | illustrissima et reverendissima doi sottocoppe d'argen|to, di quelle che si trovaranno tra li | argenti di sua signoria illustrissima et reverendissima | al tempo della sua morte et non | lasciate ad altri di sopra ad ellettio|ne d'esso signor abbate.
Alli signori Gioseppe, Nicolò, Giovanni Battista et Daniele fratelli, figlioli della | predetta bona memoria del signor Benedetto | Dolfino, ducati cento ogn'anno | di moneta corrente di Venetia, per cias|chedun di loro et in vita loro sola|mente da pagarseli dal suo here|de de sei mesi in sei mesi finiti | la metà, in modo però che moren| c. 191v do alcuno di loro non accresca all'|altro, ma integro torni all'here|de, o successori de sua signoria ilustrissima et | reverendissima nominati in questo testamento; | et non ad altri successori, o heredi | di essi signori Gioseppe, Nicolò, Gio|vanni Battista et Daniele.
Al prete fra’ Giovanni Benedetto Dolfino, fratello | delli sopranominati figlioli del quondam signor Benedetto, | frate nella religione di san Domenico, ducati diece l'anno per segno d'amore, | pregando li suoi superiori lassarli | godere questo legato liberamente fino | che viverà; et doppo la sua mor|te ritornino all'infrascritto herede di | sua signoria illustrissima et reverendissima senza che | al monasterio s'intenda acquistato | sopra di ciò ius né raggione alcuna in | nessun tempo.
Alle signore sorelle monache di sua signoria | illustrissima et reverendissima ducati sei di moneta ve|netiana corrente per ciascheduna | ogn'anno, sì come dice sua signoria illustrissima | et reverendissima anco haverli dati per il passato et | però vole che si continui anco dop|po morte in vita loro solamente, | né al monasterio s'intenda mai | c. 192r acquistato sopra di questo pagamento | raggione né attione alcuna.
A sor Marietta Dolfino monaca | nel Sepolcro di Venetia ducati | cinque simili ogn'anno mentre | ella viverà solamente, né al monas|terio s'intenda acquistata rag|gione alcuna come di sopra.
Al signor Ferandin Vallasco venetia|no tutto quello che sua signoria illustrissima et | reverendissima resta creditore di esso per | denari fatti pagare per lui a Ve|netia in maggior somma, pre|gando il signor Nicolò | suo herede tener sempre particolar conto del | detto signor Ferandin, conforme al | merito delle sue virtù et a impie|garsi prontamente in ogni occa|sione per servitio del medemo.
Al signor abbate Giacomo Benedetti, | per una volta sola, scudi cento di | moneta di Roma da pagarseli dal suo | herede per doi mesi doppo la mor|te di sua signoria illustrissima et reverendissima.
Al signor Hippolito Saracino ducati | cento di moneta corrente di Venetia | c. 192v per una volta solamente da pagarse|li come sopra.
Al signor auditore di sua signoria illustrissima et reverendissima, | al mastro di casa, al secretario, | al galasso, al scalco, al Fiorenti|no et al signor Cesarino scudi cin|quanta di questa moneta per ciasche|duno, per una volta solamente, | da pagarseli come si è detto di so|pra et mentre si troveranno | al servitio di sua signoria illustrissima et reverendissima | et non altrimenti; se non, vole et | ordina esso illustrissimo testatore che ques|to legato vada a chi si trovarà | al servitio di sua signoria illustrissima | et reverendissima al tempo della sua morte, | in loco di ciascheduno delli sopra|nominati.
Al guardarobba et a Domenico | aiutante di camera se si trovaranno | al servitio di sua signoria illustrissima et | reverendissima, se non a chi in loco loro | si troveranno al servitio, | scudi venticinque di questa moneta per cias|cheduno da pagarseli nel tempo | sopradetto per una volta sola.
Al reverendo prete fra’ Felice da Pistoia theologo | di sua signoria illustrissima et reverendissima scudi venti simili per una volta | sola, da pagarseli come sopra mentre habbiti in casa di | sua signoria illustrissima et reverendissima al tempo della sua morte.
| c. 193r Alli palafrenieri, portatori et | cocchieri che si trovaranno al | servitio di sua signoria illustrissima et reverendissima | quando seguirà la sua morte | tutte le livree che si troveranno | havere; et di più alli detti tutti | et al despensiero, scopatore, sottocre|dentiero, cocchi communi et fante | di stalla per una volta sola scudi | diece di moneta per ciascheduno; et al | coco principale di sua signoria illustrissima et reverendissima | che saria in servitio scudi venti si|mili per una volta solamente da pagar|si nel tempo predetto.
Alli reverendi capellani che al tempo del|la morte di sua signoria illustrissima et reverendissima | si trovaranno al suo servitio scudi | quaranta per ciascheduno di moneta Ro|mana et per una volta sola, da pa|garseli come sopra, et al caudata|rio di esso illustrissimo et reverendissimo testatore | quel di più che di raggione o di | uso inveterato le venisse della | capella.
A tutti poi li suddetti et altri se vi saran|no della sua famiglia vole sua | signoria illustrissima et reverendissima che habbiano | dal suo herede anco li vestiti lug| c- 193v ubri cioè di scoruccio et la quaran|tena conforme al solito di farsi e | darsi in casi simili di morte de cardinali.
Item lascia et ordina sua signoria illustrissima et | reverendissima in ogni migliore modo al | suo herede infrascritto et successori | suoi in infinito che il Cristo d'oro | in croce d'hebano, il quale sua signoria | illustrissima et reverendissima hebbe in dono dal serenissimo | Giacomo di Toscana, sia con ogni | diligenza custodito et che sempre | in perpetuo resti in casa loro senza | mai potersene privarse in modo alcuno.
Item dice et dechiara sua signoria illustrissima et | reverendissima haver havuto compita so|disfatione dal suddetto et infrascritto signor Ni|colò suo herede di tutto quello | che a esso signor Nicolò et altri sos|tituiti et deputati da lui admi|nistrato, essatto et pagato di rag|gione, voluntà, ordine et commis|sione respettivamente di sua signoria illustrissima et | reverendissima et havergliene fatto per si|curezza maggiore di esso signor | Nicolò instrumento publico di quietanza | rogato per me notario sotto il dì .XI. di gennaro prossimo passato(b). Però in quanto faccia | bisogno non solo conferma et approva | c. 194r in tutto e per tutto di nuovo esso | instrumento di saldo in | ogni migliore modo, ma ordina | et vole di più che neanco per tutto | quello che egli administrarà o | farà administrare, essigere et | pagare dal tempo di detto saldo fi|no al tempo della morte di esso | illustrissimo et reverendissimo testatore, possa mai per caso | alcuno, né per alcuna via imma|ginabile, né da qualunque persona | esser dimandato ad esso signor Nicolò | herede conto, né raggione alcu|na di detta sua administratione | et ciò ordina in ogni migliore modo etc.
Item tutti poi gl'altri et singuli beni | di esso illustrissimo et reverendissimo signor cardinale testa|tore stabeli et mobeli, ori, argenti, | gioie, perle, pietre pretiose, dena|ri, raggioni, attioni, crediti | et per resto de pensioni o d'altre | entrate ecclesiastiche di qualsi|volgia qualità et quantità et | in qualunque loco del mondo (nis|suno eccettuato) posti et esistenti | et tanto presenti, come futuri et a sua signoria | illustrissima et reverendissima in qualsivoglia modo | c. 194v competenti et da competenze non lascian|do cosa alcuna indietro, etiam che fosse | neccessaria ad esprimersi, volendo | ogni et qualunque cosa haverla | per espressa fa, instituisse(c) et con | la propria bocca nomina et vole | che sia suo herede universale | il detto signor Nicolò Dolfino, figlio|lo della bona memoria del signor Pie|tro Dolfino fratello carnale di | esso illustrissimo et reverendissimo testatore, con pie|na et complissima raggione et | attione; talmente che subbito seguita | la morte di sua signoria illustrissima et reverendissima, | non solo sia in esso signor Nicolò | herede senz'altra apprensione con|tinuato et transferito (sì come vole | che continui et hora per allhora | transferisce di essa sua heredità | et beni libero et assoluto) il pos|sesso, ma ancora il dominio nel | modo istesso che avanti la morte | sua possedeva et era patrone | esso illustrissimo et reverendissimo signor car|dinale testatore et né possi anco | di propria authorità et senza <tu>te| c. 195r la alcuna giuditiale o mandato | o potestà di giudice pigliarne li|bero et assoluto possesso, ritener|lo et continuarlo come cosa spet|tante et pertinente alla heredità et | beni etc. di sua signoria illustrissima et | reverendissima et in ogn'altro migliore modo etc.
Et se per caso (il che Dio benedetto per sua | bontà et misericordia non permetti) | esso signor Nicolò, herede come sopra | instituito etc., morisse avanti sua signoria | illustrissima et reverendissima in qualsivoglia | modo, in questo caso solamente | esso illustrissimo et reverendissimo signor cardinale | testatore, in loco di esso signor Ni|colò, fa, instituisce et con la me|desima propria bocca nomina | et vole che siano suoi heredi | universali (come di sopra ha | lasciato et fatto in tutto | et per tutto, niente lasciando fuori | il detto signor Nicolò et in ogn'altro | migliore modo etc.) li signori Giovanni | et Pietro figlioli legittimi et natu|rali del medesimo signor Nicolò, here|de suddetto, et altri simili suoi figlio|li maschi se nasceranno et descen| c. 195v denti da loro per ugual portione | in modo però che, morendo alcu|no di essi in qualsivoglia età sen|za descendenti, accresca all'altro | o altri in tutto et per tutto, come se | il morto non fosse stato instituito | herede; quali heredi et figli | maschi debbano et siano obli|gati dottare la signora Marietta | loro sorella, volendosi marita|re temporalmente in ducati venti|milla di moneta corrente di Ve|netia, con queste che ella non possa | pretendere altro del paterno, né di | materno; et volendosi essa signora Marietta monacare, debbano essi | signori suoi fratelli darli il solito nec|cessario et honorevole tanto di do|te, quanto di suppelletile et di più | in vita sua solamente ogn'anno | ducati cinquanta venetiani, né | possa come sopra pretender'altro | in modo alcuno, né lei, nè il mo|nasterio, etiam in virtù di questo testamento.
Et non vi essendo al mondo, né il signor | Nicolò herede suddetto né alcuno | c. 196r de suoi figlioli maschi al tempo | della morte di esso illustrissimo et reverendissimo | signor cardinale testatore, o vero se | doppo mancassero senza descen|denti li sopradetti figlioli maschi, | tutti in tal caso, o casi instituis|se et con la propria bocca nomina | et vole che siano heredi univer|sali di sua signoria illustrissima et reverendissima (come | si è detto di esso signor Nicolò et | de suoi figlioli maschi) la detta | signora Marietta figliola di esso | signor Nicolò et tutte le altre si|mili figliole femine | ancora (se nasceranno) et descen|denti da esse per ugual portione, nell'|istesso modo et forma che si è detto | delli maschi.
Et se per caso finalmente premorendo il | signor Nicolò ad esso illustrissimo et reverendissimo | signor cardinale testatore non fosse egli | subentrato nella detta heredità li|beramente come s'è detto che habbia | da fare, ma subentrassero li fi|glioli o figliole d'esso signor Ni|colò come s'è detto et che mancas| c. 196v se totalmente avanti la quarta ge|neratione la linea mascolina et | feminina di detti maschi o femine | di esso signor Nicolò: in tal caso solamente, et non in altro | modo, vole et ordina che in tutti | i beni stabeli di sua signoria illustrissima et | reverendissima subentrino heredi per uguale | portione tutti li descendenti che si | trovassero allhora dalle linee | delli quondam signori Benedetto et Andrea | fratelli di esso illustrissimo et reverendissimo testatore.
Dechiara anco sua signoria illustrissima et reverendissima, | vole et dispone in ogni migliore modo etc. che mentre il signor Nicolò | herede suddetto sia vivo al tempo | della morte di sua signoria illustrissima et reverendissima | (et perciò subentrato nella heredità | di esso illustrissimo et reverendissimo testatore come | s'è detto che facci) non s'intenda | in modo alcuno a detti signori suoi | figlioli tanto maschi, come femine | né ad altri sopranominati aquis|tato ius, raggione, né attione | alcuna per essere stati in questo | testamento nominati et instituiti ma restino | c. 197r tutti come se non fusse|ro in modo alcuno nominati, | né istituiti etc. Volendo che esso | signor Nicolò herede solo resti | libero et assoluto patrone del tutto | et di poterne disponere libera|mente.
Essortando esso signor Nicolò ad ama|re le sue figliole femine da buon | padre, et non sforzarle mai, né | a maritarsi, né a monacarsi, | se non secondo che saranno inspira|te da Dio, in modo però che per | questa essortatione non s'intenda | mai ad esse figlie femine aquis|tato ius, né attione alcuna di po|tere pretendere né havere contro la voluntà di esso signor Nicolò loro | padre cosa immaginabile.
Essecutori poi di questo suo ultimo testamento | nomina et vole che | sia detto signor Nicolò suo herede, | essendo presente, ma essendo absente | fino che venirà a che faria o haverà fatto al|tro venire in suo luogo nomi|na l'eccellentissimo signore Geronimo Soranzo | c. 197v ambasciatore per la serenissima Republica di | Venetia in Roma o altro eccellentissimo signor | ambasciatore suo successore pro | tempore residente in questa Corte | et monsignor illustrissimo abbate Cornaro, | hora chierico di Camera, con le fac|ultà neccessarie et opportune di | essequire conforme a quanto esso | illustrissimo et reverendissimo signor cardinale testatore | ha desposto in questo testamento etc. | Pregandoli a fargli gratia di | accettare questa briga per amore | di sua signoria illustrissima et reverendissima.
Raccomanda poi il detto suo herede | o heredi alla protettione et | amorevolezza dell'illustrissimo signor | cardinale Aldobrandino et dell'illustrissimo | et reverendissimo signor cardinale Ginnasio | suoi signori et promotori principali, sup|plicandoli degnarsi in tutte le | occorentie ritenerli per lor servitori | et favorirli et protegerli con la lo|ro authorità dove havessero | bisogno, sicuro che essi herede o | heredi terranno obligo perpetuo | delli favori et gratie che riceve| c. 198r ranno, sì come anco sua signoria illustrissima et | reverendissima promette pregare il signore Dio nell'|altro secolo per la salute | di sue signorie illustrissime et reverendissime et per l'|adempimento de loro deside|rii.
Et questo sua signoria illustrissima et reverendissima | desse essere et voler che sia men|tre non disponerà altrimenti il suo | ultimo testamento et ultima vo|luntà e vole che vaglia per raggione | di testamento; e che se non vale o | valesse per raggione di testamento | vole che vaglia per raggione di codicilli o di donatione per causa | di morte, o di ogni et qualunque | altra ultima voluntà etc. Cassan|do, annulando et revocando in | ogni et qualunque migliore modo etc. | ogni et qualunque altro testamento, | ultima voluntà, codicilli, donatione | per causa di morte, o altra qual|sivoglia despositione fatti tanto | in Roma, come in Venetia et | in qualsivoglia altro posto del | mondo et a favore di qualsivoglia | c. 198v loco pio o causa pia et etiam per l'ani|ma di sua signoria illustrissima et reverendissima et sot|to qualsivoglia forma et con qualsi|voglia modo di parole et tanto per publici instrumenti, quanto per private | scritture et tanto apperti come ser|rati et sigillati et tanto in scrittis, | come senza scritti et tanto di | mano propria di sua signoria illustrissima et reverendissima | scritti et sottoscritti, come anco | fatti scrivere et sottoscritti so|lamente et etiam che fossero tali che | bisognasse di essi testamenti farne spe|tiale et spetialissima mentione | et revocatione, etiam con parole parti|colari et spetiali et con qualsivo|glia clausule che havessero bi|sogno di espressa et particolare | derogatione. Volendo che il tutto | sia per espresso et specificato in ogni migliore modo etc., talmente che tutti es|si testamenti, codicilli etc. restino co|me se fatti non fossero et questo | prevaglia a tutti et si osservi in | ogni migliore modo etc. Super quibus etc.
Actum Rome, in viridario illustrissimi domini | c. 199r Ioannis Battiste filii bone memorie(d) Ciriaci de Mattheis, nempe in una ex domibus in uno viridario iusta regio|nis Montium, presentibus ad verbum illustrissimis et | eminentissimis dominis Massimo filio bone memorie | domini equitis Antonini Ugolenutii Ca|la, utriusque iuris doctore, domino Antonio eius filio, | domino Roccho quondam Horazi Ioannelli Tu|dertino, domino Constantino filio Anto|nii Fabrutii Romano, Ioanne | Maria filio Ioannis Battiste Amichetti | de Celano, Piscine(nsis)(f) diocesis, Hort|ulano, Octavio filio Ioannis Antonii | Cosciatti de Sancto Petro Atereno(g) Fieso|lano, *** diocesis, cum Hortulano et | Sebastiano quondam Michaelis del Gobbo | de Gati(g), Ariminen(sis) diocesis, omnibus(h) | testibus.


(a) co(n) q(ues)ta – né altri a margine sinistro con segno di richiamo. (b) rogato – passato a margine sinistro con segno di richiamo. (c) Così nel testo, s’intenda istituisce qui e in seguito. (d) filii bo(ne) me(morie) in interlineo con segno di richiamo. (e) nempe – iusta a margine sinistro con segno di richiamo. (f) Così nel testo, come sembra, s’intenda Piscariensis (?). (g) Lettura assai dubbia. (h) Al rigo successivo Hortulano non depennato.